Storia e dettagli sui piercing

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  1. _-Liris-_
     
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    Storia e dettagli sui piercing



    Il piercing ha, probabilmente, origini antiche o preistoriche. Lo scopo principale sarebbe stato distinguere i ruoli assunti da ogni membro all'interno della tribù, al fine di regolare i rapporti tra i vari individui sia nel quotidiano che durante le cerimonie, rendendo immediatamente palese tutta una serie di informazioni sull'individuo e al suo rapporto con il gruppo di appartenenza[senza fonte].
    In particolare, il piercing all'ombelico è nato in Egitto; gli antichi Egizi lo utilizzavano come segno di regalità. Il piercing ai capezzoli, ovvero nipples, era molto probabilmente diffuso già tra i centurioni romani come segno di virilità e coraggio; inoltre veniva spesso utilizzato dalle antiche donne romane, poiché considerato un modo per abbellire ed ingrandire i seni. I marinai di un tempo credevano che forare il lobo acutizzasse la vista (utile, dato che il posto di vedetta era fra i più ambiti) e portavano orecchini d'oro, potenziale compenso per chi, se fossero morti in mare, avesse seppellito il corpo restituito sulla spiaggia: il loro spirito, altrimenti, avrebbe vagato inquieto per l'eternità. Pare inoltre che i marinai che accettavano rapporti omosessuali comunicassero la loro disponibilità al resto della ciurma portando l'orecchino, a differenza di tutti gli altri, al lobo destro.

    Tutti gli uomini, anche nelle culture più antiche o primitive, hanno sempre cercato di abbellire il proprio corpo per raggiungere degli ideali di bellezza, oppure per motivi psicologici, sociali o religiosi. I primi ornamenti sono state le collane, fatte di fibre vegetali nelle quali venivano infilati artigli di animali feroci.

    Le portavano gli uomini, per dimostrare la propria capacità di cacciatori e dunque il loro valore, oppure erano simboli religiosi e di potere. Nel 4-5 mila a.C., anche le donne cominciarono ad indossare degli ornamenti, come ad esempio nella popolazione dei sumeri, ma solo quelle delle classi più elevate.
    Nella storia dell’uomo tuttavia, c’è sempre stata la ricerca di ornamenti ‘permanenti’ al proprio corpo, eseguiti mediante marchi, tatuaggi, cicatrici, anelli ed altro impressi o infilati nella pelle. In alcuni casi si è voluto addirittura trasformare il corpo, ad esempio allungandone il collo attraverso la sovrapposizione di collane, oppure allungare con sistemi simili i lobi delle orecchie, restringere il giro vita, accorciare i piedi, circoncidere gli organi genitali ecc.
    Tutto questo appartiene alla storia dell’uomo, che però non è così totalmente superata come invece potrebbe sembrare, dal momento che nel tempo in cui viviamo sono ancora di gran moda sia il piercing che il tatuaggio.

    Il piercing (dall’inglese to pierce, forare) ha cominciato ad essere praticato negli anni 70/80 negli ambienti punk-underground, nelle comunità omosessuali, tra i praticanti del sado-maso ed i feticisti, insomma tra tutti coloro fortemente propensi ad una vita ‘fuori dagli schemi’.

    Nella coppia omosessuale o sado-maso, chi portava il piercing era solitamente lo "schiavo", ed i suoi anelli ai genitali o ai capezzoli erano il simbolo di sottomissione al "padrone".
    Oggi il piercing ‘leggero’ è semplicemente una moda, un modo per comunicare, che interessa persone di differente età, cultura e ceto sociale, anche se a praticarla sono soprattutto i giovani, che si infilano monili sulle sopracciglia, le labbra, il seno, la lingua, l’ombelico e tante altre parti del corpo, coperte o meno.
    Piercing molto più ‘pesanti’ e dunque completamente fuori dal discorso della tendenza del momento, sono ad esempio il taglio della lingua, in modo da renderla biforcuta ed il dental piercing, con applicazione di capsule d’oro e brillantini, oppure lo scaring (tagli in profondità per ricavare cicatrici indelebili) ed il branding (marchi a fuoco), o il cutting (il corpo viene tagliuzzato). In questo caso si tratta di scelte ‘estreme’: una sorta di acting out, ovvero compiere un atto che esprima e riesca a sedare i pensieri angosciosi che affollano la mente.
    Farsi un piercing piace alle persone perché :
    • consente di raggiungere gli ideali di bellezza dettati dalla moda del momento;
    • suscita stupore e curiosità, catalizzando l’attenzione di chi guarda ed in molti casi crea scandalo;
    • è un modo per essere al centro dell’attenzione, per uscire dall’anonimato, per trasgredire;
    • è un’espressione di ‘diversità’ dalla massa (anche se poi la moda tende invece ad omologare i comportamenti, rendendo tutti simili nel loro voler essere diversi);
    • è l’affermazione decisa di un diritto di disporre del proprio corpo come della propria identità e della propria vita;
    • può rappresentare un forte impegno con sé stessi a ricordare un’esperienza, un amore, una persona per tutta la vita ;
    • può servire, specie nel piercing ‘pesante’ ad esorcizzare il dolore e la morte e guadagnarsi un pezzo di eternità.
    Spesso il fine del piercing nelle parti intime ha uno scopo funzionale più che di seduzione: si pensa infatti che questo intervento possa aumentare la sensibilità delle parti forate.
    In Italia, la pratica del body piercing ‘leggero’ interessa almeno un milione di persone, è più diffusa nel centro-nord e soprattutto in Lombardia.
     
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